Il 10 febbraio 2025, il presidente Trump ha firmato due decreti che modificano i dazi doganali statunitensi su acciaio e alluminio (sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962). Queste misure, in vigore dal 12 marzo 2025, influenzeranno notevolmente gli esportatori verso gli Stati Uniti.

Aumento dei dazi e nuove restrizioni

  • Dazi aumentati al 25% su acciaio e alluminio, rispetto al 10% precedentemente per l’alluminio.
  • Eliminazione delle quote e delle esenzioni tariffarie per diversi partner chiave, tra cui Canada, Unione Europea, Messico, Giappone, Corea del Sud e Regno Unito.
  • Estensione dei dazi ai prodotti derivati, come i trefoli d’acciaio e l’acciaio per la costruzione manifatturato.
  • Fine del processo di esclusione tariffaria: solo le esenzioni già concesse rimarranno valide fino alla scadenza.

Perché queste misure?

Gli Stati Uniti vogliono rafforzare la loro industria siderurgica e combattere il transhipment dalla Cina e dalla Russia attraverso il Canada e il Messico. Controlli doganali più severi sull’importazione di acciaio e alluminio garantiranno il rispetto delle nuove normative.

Conseguenze per esportatori e industriali

Aumento dei costi di importazione, con un impatto potenziale sui prezzi di vendita.

  • Catene di approvvigionamento più complesse, soprattutto per la costruzione, l’automobile e le infrastrutture.
  • Rafforzamento dei controlli doganali e maggiori rischi di conformità.

Come anticipare questi cambiamenti?

Gli esportatori verso gli Stati Uniti devono da subito:

  • Valutare l’impatto sulla loro supply chain e sui costi di produzione.
  • Esplorare alternative strategiche: approvvigionamento locale, adattamento dei processi, diversificazione…

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Fonti: